I MULINI AD ACQUA
La macinazione dei
cereali coltivati è sempre stata una delle necessità principali dell'uomo. Per
ottenere la farina, dal neolitico fino all'età romana, si utilizzarono due
pietre levigate: la macina e il macinello. La macina è generalmente una pietra
con la superficie piatta o concava sulla quale veniva posto il cereale che era
frantumato con il macinello, di forma tondeggiante.
Il mulino ad acqua era già noto ai Romani all'epoca di Cristo, ma fu poco
usato. Solo nell'alto Medioevo i mulini diventarono le macchine più utilizzate
nelle attività produttive.
In Europa l'età dei mulini iniziò verso l'anno 1000 e finì per la grande
produzione verso il 1800, quando furono sostituiti dalla macchina a vapore. Il Mulino
ad acqua è tuttavia medioevale dal punto di vista della diffusione.
Tutte le testimonianze indicano il I secolo a.C. come periodo, e l'area
dell'oriente mediterraneo come culla dell'invenzione di questa macchina.
L'architetto romano Vitruvio nel suo trattato De Architectura descrisse il
mulino idraulico senza però precisare le condizioni che avevano determinato il
passaggio di questa tecnologia dai Greci ai Latini. Ma la grande disponibilità
di energia muscolare ritardò la diffusione del mulino ad acqua. Infatti presso
gli egiziani, i greci e i romani, i mulini erano mossi principalmente da
animali, ma anche da schiavi, cittadini poveri e delinquenti condannati ai
lavori forzati.  
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