L'OMBRONE
E' il secondo fiume
della Toscana con i suoi centosessantuno chilometri che vanno dai monti di
Chianti fino alla foce sul Mar Tirreno, in piena Maremma.
E' un fiume generalmente tranquillo, ma a cicli ricorrenti presenta la sua
ferocità come sanno bene i grossetani che pur amandolo lo temono. Il 4
novembre del 1966, l'Ombrone, caricato di acqua dalle continue pioggie
torrenziali, ruppe gli argini, cominciando la più devastante inondazione
sia sulla città che sulla campagna.
Al contrario del Tevere con Roma, dell'Arno con Firenze e Pisa, non taglia
la città, ma scorre a due-tre chilometri più a sud dell'abitato,
solitario, pronto a colpire a tradimento.
Se fino a prima dell’alluvione la portata massima era di circa 4000 metri
cubi al secondo, già 20 anni dopo, le opere eseguite hanno consentito di
fargli sopportare un carico di 7000 metri cubi al secondo.
Da quella tragica data del 4 novembre 1966 sono stati spesi miliardi per
rinforzare gli argini che vanno dal Ponte Tura a Bocca d'Ombrone. E' stata
fra l'altro allargata la sezione dei terrapieni, tanto che alla loro sommità
c'è una strada larga molti metri, che permette una migliore vigilanza e un
rapido intervento dei mezzi, in quei tratti di argine che richiedono lavori
urgenti.
Fu inoltre eliminata la strozzatura esistente che rallentava il deflusso
delle acque verso il mare.
Oggi con l'aiuto del Genio Civile sono
stati realizzati i progetti di monitoraggio computerizzato dell'intero
bacino del fiume.
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