Il territorio del Padule è sempre stato la parte più povera della Valdinievole, infatti, era lì che si trovavano le borgate più povere. In quest'ambiente che la gente ha sempre sfruttato le varie erbe oltre aver praticato la caccia e pesca. Ritrovando così una nuova fonte d'ispirazione per il nuovo progetto NINFEA per quanto riguarda l'ambiente.
Non si poteva tralasciare certo le piante e la flora del Padule di Fucecchio, trattando così l'aspetto curativo delle piante; di come preparare, infusi, decotti, lozioni, tinture ecc. Un argomento molto interessante e curioso, inoltre il crescente interesse delle cure alternative, la "omeopatica", ha agevolato la scelta dell'argomento da trattare. Non avendo studi al riguardo, ho consultato alcuni testi con cautela, attenendomi il più possibile fedelmente, anche nelle ricette. Il mio consiglio è in ogni modo di consultare un medico o un specialista nel campo delle piante.
Achillea Millefolium
Althaea
CentauriumTutte le
civiltà hanno un rapporto stretto con le piante, prima usate come cibo, poi come
medicine: una volta questo era l'unico rimedio conosciuto dall'uomo, mai
totalmente scomparso, è, ancora oggi, nella nostra società industriale, è
praticato. Oggi alcune civiltà, che vivono allo stato primitivo si curavano
ancora con le erbe, ed è un metodo, che. tuttora, è parte integrante della loro
coltura. Brevi notizie storiche
attraverso i secoli
L'uomo di Neanderthal:studi archeologi accurati a Shanidar, in
Iraq, indicano che l'uomo di Neanderthal aveva una farmacopea rudimentale. Hanno
trovato del polline in alcune rovine di quel luogo, sono state identificate otto
piante, che ancora oggi vengono considerate importanti nell'etnomedicina di
quelle località. Queste piante sono: achillea, altea, senecio, muscari,
centaurea e efedra. Ralph Solecky, l'archeologo che curò gli scavi, ha
dichiarato che il ritrovamento di così tante piante con proprietà medicinali può
ben porre "degli interrogativi circa la grandezza della spirito umano, dell'uomo
di Neanderthal", arrivando alla certezza che l'uomo di Neanderthal aveva
acquisito una profonda conoscenza delle effettive proprietà medicinali della
flora di quel tempo.
Ephedra Muscari Senecione Alpino
Inca
Nelle tombe Inca più antiche, sono state ritrovate bustine di foglie di coca e di tiglio, inoltre le foglie di coca, si ritrovano anche nelle bende delle mummie Inca, datate 1500 anni fa. Nelle bende analizzate chimicamente ed è stata scoperta la presenza d'alcaloidi.
Nella civiltà Inca l'abitudine di masticare foglie di coca era diffusa, prima dell'invasione degli Spagnoli.
Il suo principale uso era quello di stimolante e stupefacente (com'è tuttora), ma anche anticamente, come oggi, era usato in medicina.
Messico
Nelle caverne a Coahuila in Messico, si sono trovate tracce del cactus pelote, di fagioli di messalina e di semi di trifoglio fibrino messicano. Erano usati per scopi medicinali dagli aborigeni, che ne conoscevano i principi attivi. Oggi il peyote è utilizzato principalmente come allucinogeno, aveva un utilizzo nelle cerimonie, fin dai tempi antichi. Negli indiani del Messico d'oggi è molto apprezzato, come medicina che facilità la guarigione di tagli e ferite. Recentemente si sono dimostrate sue attività antibiotiche.
Sumeri
Gli ideogrammi Sumeri, datati 2500 a.C., elencano numerose medicine d'origine vegetale, incluso l'oppio, noto come pianta della felicità. Gli Assiri avevano nella loro farmacopea almeno 250 specie di piante.
Troviamo delle testimonianze nel codice di Hammurabi, che fu re di Babilonia dal 1728 al 1686 a.C. Egli fece scolpire sulla pietra numerosi documenti, e tra questi fanno riferimento all'uso di piante medicinali come: la cassia, giusquiamo, liquirizia, menta, (ancora oggi usate per scopi medicinali).
Mesopotamia
Nella farmacologia della Mesopotamia, traeva origine dalle droghe vegetali, ne conoscevano circa 250, come: il papavero, belladonna, mandrake, giusquiamo, canapa, zafferano, timo,aglio, cipolla, liquirizia, cassia, assafetida e mirra.
Egitto
Nel tempio di Karnak, troviamo dei bassorilievi di piante officinali.
Le più antiche testimonianze scritte, risalgono all'Egitto. Le ritroviamo sui rotoli di papiro (il predecessore della carta), ottenuta dal midollo di una pianta che cresce sul Nilo, appartenente alla famiglia delle Giuncacee. La più importante pergamena è il papiro di Ebers, del XVI secolo a.C., dove scopriamo un gran numero di ricette e prescrizioni, circa 877. Elenchiamo alcune droghe che la pergamena contiene, la canapa, oppio, incenso, mirra, aloe, ginepro, olio di ricino, finocchio, cassia, semi di lino, timo e henné, oppure essenze d'oli d'origine vegetale, che erano impiegati in queste ricette.
Inoltre gli egiziani conoscevano gli antibiotici: la prova consiste nell'utilizzo che esse avevano di un cataplasma a base di fango, che adoperavano, e probabilmente conteneva sostanze antibiotiche. La muffa del pane era un altro elemento medicinale nell'antico Egitto, le sue proprietà lo dovevano senz'altro ad un fungo.
Greci
Ippocrate (V secolo-inizio del IV sec. a.C.) è ritenuto il padre della moderna medicina, conosceva dalle 300-400 piante medicinali, anche se gli Egiziani ne conoscevano molti di più. Egli credeva che il corpo umano possedesse molte autodifese, e quindi non necessitava dell'aiuto delle droghe (piante officinali). Credendo invece che l'uomo, con la corretta alimentazione, fosse in grado di restituire uno stato normale di salute. Ippocrate fondamentalmente fu celebre soprattutto perché non associò la demonologia alle proprietà medicinali delle erbe.
Aristotele (384-322 a.C.) codificò le proprietà e le virtù di ciascuna pianta allora conosciuta.
Teofrasto fu principalmente un botanico, e descrisse molte piante del luogo ma anche d'altri paesi, il suo trattato (Ricerca sulle piante) ha influenzato per molti secoli il progresso della botanica.
Il più autorevole rimane in ogni caso lo scrittore e medico-botanico Dioscoride, vissuto nel I secolo d.C., gettò le basi per i grandi erbari Europei del Medioevo, ma non solo nel Rinascimento fu considerato un'autorità infallibile sia nella medicina, sia nella botanica. L'opera più importante e nota come Codice Juliano del 512 d.C.
Romani
I romani a differenza dei greci non contribuirono molto nell'erboristeria. Solamente Plinio il Vecchio, nella sua storia naturale (I secolo d.C.) non ebbe idee originali.

India
Nella civiltà indiana la medicina naturale coesiste con la superstizione e la metafisica.
Gli scritti sono recenti, ma le testimonianze sono più antiche risalenti addirittura al 1400-1500 a.C., infatti, generalmente erano tramandate solo oralmente per generazioni. Infine resi formali nei poemi sacri o Vedas. I Rig veda ad esempio, ha più di un poema dedicato ai superfarmaci e al narcotico degli dei, il Soma recentemente identificato nel fungo Amanita muscaria, che allieva i dolori e aumenta la forza (effetto allucinogeno).
Nel Charaka Samhita, erbario indiano tratta più di 500 medicine vegetali, ed è più ricco della farmacopea egiziana.
I riferimenti alle piante officinali nei Vedas sono numerosi, ad esempio la serpentina o Rauwolfia, fu usata contro morsi dei serpenti, per disordini mentali, per l'epilessia, e disturbi meno gravi. In anni più recenti a noi ha rivoluzionato la medicina, in occidente è usata come sostanza tranquillizzante e ipotensiva.
La Cannabis o canapa indiana ha avuto una lunga storia nella medicina popolare, è la pianta, più antica coltivata; a noi nota soprattutto come stupefacente, in realtà le sue proprietà officinali erano già note nella tradizione cinese di 4800 anni fa, mentre gli scritti indiani sono di 3500 anni fa.
Cina
Il trattato medico più antico scritto è intorno al 2900 a.C. e racchiude tutte le tradizioni popolari delle piante allora conosciute, se n'elencano circa 365 droghe, tra queste si esalta la virtù del ma-huang, le proprietà del suo infuso è di stimolare la circolazione, riduce la febbre, ripristina le funzioni urinarie, calmante per la tosse, le bronchiti. Recentemente all'incirca nel 1920, studi farmacologi ci fatti confermano le proprietà di curare disturbi asmatici, di febbre da fieno, o raffreddori. Inoltre i cinesi utilizzavano spesso il rabarbaro, come blando lassativo, e la Dichroa febbrifuga, con la capacità di abbassare la febbre, ma soprattutto i cinesi usavano l'olio di ricino, la canfora e la canapa.
La lebbra era una malattia mortale, e fin dall'antichità era considerata una vera piaga; i cinesi per primi verso i 2500 a.C., più tardi quelli indiani, a parlare dell'olio di Chaulmoogra, efficace nella cura
dello stadio iniziale della lebbra.
L'
albero della conoscenza del bene e del male, un simbolo della forza e del
potere delle piante: "Perché vi dico che il giorno in cui ve ne
ciberete sicuramente morirete" (Genesi 2-17).
Ebrei
Nella Bibbia anche se non è da considerarsi un testo botanico, troviamo sia nel Vecchio sia né il Nuovo Testamento citazioni dell'uso di piante officinale. Rapportandoci a questo testo, se ne citano solamente 30, ad esempio l'aglio, cipolla, porro, oleandro, cumino, olearia, galbano, alloro, mandragola, menta e ortica, da ciò si evidenzia che gli Ebrei non utilizzassero le piante officinali. Sebbene gli Ebrei hanno vissuto strettamente con gli egiziani e la vicina Babilonia.

Il
fuoco di S. Antonio; era il nome dato nel Medioevo a una violenta
manifestazione, causata dalla segala cornuta (Claviceps purpurea), che
qualche volta veniva macinata insieme alla farina. Si aveva una forma di
avvelenamento di massa e anche di allucinazione e pazzia. L'illustrazione
del XVII sec. mostra S. Antonio che resiste alle tentazioni del demonio.
Medioevo
Le erbe officinali più usate nella medicina popolare sono; le solanacee, belladonna, giusquiamo, mandragola, nel Medioevo ebbero un ruolo molto importante nella stregoneria e nelle pratiche magiche.Per questo motivo piante officinali come la belladonna e il giusquiamo non furono considerati importanti fino al 1809 dalla farmacopea inglese.
Nel X secolo nelle isole inglesi era usata la digitale per i disturbi cardiaci. Solamente più tardi intorno al 1775 che il dottor Withering scoprì la sua efficacia contro gli edemi.
Il contributo alla moderna medicina, si ha dalla farmacopea dell'Asia che scoprì la segala cornuta.
Nel Medioevo questo fungo presente nell'avena fu un apprezzato rimedio in caso di parto. Oggi gli alcaloidi della segale cornuta sono impiegati come rilassanti dei muscoli involontari per aiutare le partorienti, essendo un efficace vaso costruttore, arresta le emorragie dopo il parto, cura l'emicrania.

Illustrazione
per il tratto di Gianbattista della Porta sulla dottrina dei segni (1588);
esse mostrano le analogie tra le piante ed animali, suggerendo che
l'ingestione di una particolare pianta potrebbe rendere una persona
più meno forte o calma.
Nel Medioevo si manifestò la dottrina dei Segni, l'idea fu presentata da un certo medico svizzero Paracelo vissuto dal 1443 al 1541. Ipotizzò che le erbe erano state messe sulla terra al servizio dell'uomo, che tutte avevano ricevuto dal Creatore un segno od un marchio chiaro indicante lo scopo per il quale dovevano essere usate. Ad esempio una foglia ha forma di cuore poteva significare che la pianta era un rimedio per malattie cardiache. Inoltre molti nomi delle piante derivavano dalla credenza nella dottrina dei Segni: rosa canina, vulneraria, erba vaiola, polmonaria, erba viperina, erba strega, Eufrasia, erba vescica, ecc."
Le tribù dell'Africa e dell'America tuttora esistenti
Il continente Africano annovera una gran varietà di flora tropicale, e ospita milioni di nativi che vivono in tribù primitive ancora oggi.
Le tribù sono da sempre una fonte di studi sulle nostre origini e per quanto riguarda la ricerca di nuove piante, e l'impiego dei nativi nel curarsi come unica fonte che trovano in natura, studiandoli si sono scoperte molte nuove specie, importanti per noi dal punto di vista medico.
Ad esempio esiste la specie africana della Rauwolfia La serpentina africana), che ha rimpiazzato l'altra (la serpentina indiana), la specie africana usata dagli indigeni, curava i morsi di serpente, la lebbra, le malattie veneree, i reumatismi e gli eczemi, inoltre era apprezzata come vermifugo, purgativo, emetico, abortivo, anche sonnifero.
Continente Americano
Anche il continente delle Americhe ha delle enormi quantità di piante interessanti che ora utilizziamo.
Il nord dell'America ha dato un apporto nella medicina con numerose droghe,molte delle quale in uso nelle tribù indiane. Dagli indiani i primi missionari impararono le virtù della corteccia di "cascara sagrada" o "corteccia sacra", usato come blando purgante, mantenendo ancora oggi una certa importanza nella farmacopea degli Stati Uniti. Altre due piante officinali importanti sono: la falsa mandragola e il falso elleboro.
Il Podophyllum o mandragola americana aveva tanti usi negli indiani Cherokee, utilizzavano il rizoma per risvegliare il torpore,malgrado la tossicità era apprezzato come emetico purgativo e vermifugo. I coloni bianchi lo utilizzarono nella cura del tifo, della dissenteria e dell'epatite, la droga contiene una resina ora giudicata valido contro disturbi veneri. L'altra pianta usata da questi indiani era il falso elleboro, adottato per la cura del catarro nasale, mentre i coloni bianchi lo ritenevano un toccasana. Il tabacco indiano, fumato dagli indiani del nord America, contro i disturbi polmonari, oggi in uso nei preparati per togliere il vizio del fumo.
Il nuovo mondo è, i suoi nativi avevano un'enorme conoscenza, molta di più dei loro conquistatori. Il primo erbario del nuovo mondo risale al 1552 con il Manoscritto Badiano, riscoperto nella biblioteca vaticana, illustrato a colori ne descrive le proprietà medicinale di circa 200 specie, e l'autore stesso è un indiani messicano. Nel 1865 un medico spagnolo di nome Monardes, scrisse un importante libro sulle droghe messicane, basandosi in parte dall'esperienza personale fatta sui suoi pazienti.
Altre piante usate in questa zona dagli indigeni è la radice secca e la resina della Jalap, una campanella rampicante, un potente purgativo ancora oggi usato. La salsapariglia importante nei disturbi renali ed urinari, ha forti proprietà diuretiche. La polvere di tabacco serviva a curare il mal di testa, le vertigini, l'intontimento, problemi nasali, in Europa fu usato all'inizio come medicina.
Infine in Messico si sviluppò l'uso dei "suprfarmaci", delle piante psicoattive, gli "allucinogeni". I nativi usano queste specie di piante allucinogene per scopi religiosi, le piante più usate sono: pelote, teonanacatl e ololiuqui, usate nei rituali per scopi curativi, il componenti chimici sono di grande valore nella medicina moderna.
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