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Al Sud cresce il nuimero
di laureati ma resta alto il tasso di analfabetismo
Roma, 14 novembre 2005 Il dato sorprendente viene da uno studio condotto dalla Unla (Unione
nazionale lotta all'analfabetismo) dell'Universita' di Castel Sant'Angelo,
presentato questa mattina nel corso di un convegno al quale hanno preso parte,
tra gli altri, il linguista ed ex ministro dell'Istruzione Tullio De Mauro e il
senatore ed ex presidente della Rai Sergio Zavoli. Ma al tempo stesso, sorprendentemente, alcune di queste regioni hanno un alto
tasso di laureati: la Calabria, per esempio, ha piu' laureati della Lombardia
(7,9% contro 7,7%), del Piemonte, dell'Emilia Romagna e del Veneto. Quanto alla nostra collocazione internazionale fra i Paesi piu'
istruiti, secondo la classifica dell'Ocse, l'Italia è al terz'ultimo posto
tra 30 Paesi, seguita soltanto da Portogallo e Messico.
Lo
studio è basato su dati dell'ultimo censimento Istat, quello del 2001, dove
emerge che gli italiani scolarizzati dagli 11 anni in poi, compresi quindi gli
analfabeti e le persone sprovviste di titolo di studio sono 51.132.726, pari
all'1,19% in piu' rispetto al censimento del 1991. Ipotizzando una 'piramide
educativa' nell'Italia del 2001, al vertice c'e' il 7,51% di popolazione
laureata (4.042.259); seguita da una popolazione con diploma di scuola
secondaria superiore pari al 25,85% (13.923.366); al penultimo gradino una
popolazione in possesso di titolo di scuola media inferiore pari al 30,12%
(16.221.737); e infine una popolazione di persone con solo titolo di scuola
elementare o addirittura neppure quello pari al 36,52%, con un totale parziale
di 19.667.600, tra cui appunto quei circa 6.000.000 letteralmente considerati
analfabeti.
Disaggregando per Regione i dati nazionali,
emerge che nove regioni sono oltre il limite che l'Ocse considera di allarme
quando si parla di popolazione senza titolo di studio: l'8%. La regione più
analfabeta risulta la Basilicata (13,8%), seguita dalla Calabria (13,2%), dal
Molise (12,2%), dalla Sicilia (11,3%), dalla Puglia (10,8%), dall'Abruzzo
(9,8%), dalla Campania (9,3%), dalla Sardegna (9,1%) e dall'Umbria (8,4%).