Lo sviluppo dell'olio nel compressorio

 

 

 

 

 

 

 

Lo sviluppo dell'olio nel comprensioro della Valdinievole



La pianta d'oliva trova il suo habitat naturale nell'intero bacino Mediterraneo, in Italia ha diverse regioni dalla Puglia, la Liguria, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna e la Toscana tutte rinomate per l'olio, in Toscana in particolare nelle zone Siena, Pisa, la lucchesia, il Montalbano e la Valdinievole. La Valdinievole è prevalentemente collinare molto predisposto alla coltivazione della pianta dell'olivo, già presente ma che in nell'arco del 1900 ebbe un notevole sviluppo in Valdinievole, in particolare nelle zone di Pescia ed Alberghi, queste erano favorite da un microclima idoneo allo sviluppo della pianta d'olivo. Ebbe un notevole incremento quando nel territorio sempre di Pescia s' iniziò un'attività di produzione. All'inizio del ventesimo secolo, l'attività olivicola ebbe un maggior successo sulle altre colture, giacché il valore dell'olio d'oliva dava loro un maggior profitto ai coltivatori. Possiamo fare un esempio riferendoci ai prezzi del "mercuriale" del 19 dicembre 1914 sulla piazza di Lucca, l'olio al quintale poteva valere a £ 173 olio di prima qualità, e £ 165 di seconda categoria, mentre un quintale di grano corrispondeva £ 36,45 ed il granturco di prima qualità £ 21,73, ancora la farina di castagne al quintale costava £ 28,42.
L'olio come abbiamo visto rappresenta un bene per le famiglie contadine, notevole prestigio lo ebbe nel territorio di Lucca, grazie ai commercianti della provincia, i quali proiettarono il prodotto sui mercati esteri, fu così che nacque il marchio "olio di Lucca", anche l'olio della Valdinievole ebbe da favorirne, soprattutto l'olio delle colline pesciatine che con il suo gusto molto simile a quello lucchese era anch'esso spacciato per olio di Lucca. Quando l'olio di Lucca sbarca nelle Americhe dove esistevano un gran numero d'emigranti che richiedevano questo prodotto, la richiesta fu maggiore n'anche la zona della Valdinievol

 

 

 

              Colline di Uzzano, olivo della varietà frantoio   

                                                                             

 

 


 

 

Alcune date importanti per il vivaismo nell'area della Valdinievole

 


Innanzi tutto intendiamo per vivaismo attività di riproduzione o miglioramento al fine della produzione. Quest'attività è maggiormente sviluppata sia per olivi da rimpianto per i vecchi oliveti, sia per quanto riguarda olivo a uso ornamentale.
Ricordiamo che il nascere di quest'attività nel comprensorio di Pescia è dovuta soprattutto perché già in esso si praticava una fiorente attività di orticoltura.
Nel 1850 si ha la comparsa dei primi vivai d'olivi derivanti da ovuli, ogni agricoltore ne possedeva dai 150-200 e la loro produzione era d'alcune migliaia d'unità solo nella zona pesciatina.
Nel 1875 la riproduzione dell'olivo avveniva per seme, in pratica con il metodo chiamato "metodo gamico".
Nel 1950-60 il vivaismo olivicolo arrivò al suo massimo culmine grazie anche all'esportazione.
Dal 1970-85 inizia però un periodo di crisi, comincia una certa saturazione del mercato estero, ma anche perché gli olivicoltori locali non impiantavano nuovi olivi, diminuendo la richiesta di molti olivicoltori.
Nel 1980 in ogni modo si affermano nuove tecniche di riproduzione per "talea" con il cosiddetto cassone riscaldato messo a punto dal prof. Fontanazza di Perugina, questo procedimento migliora la produzione con un minor costo sostenuti.
Nel 1985 dopo la gelata del gennaio determinò un cospicuo aumento della domanda d'olivi, e una nuova stagione per il vivaismo.


                                                                                                        Colline di Uzzano, varietà leccio